Oggi diamo per scontata la scelta di poter divorziare, ma un tempo in Italia questa possibilità non esisteva.Solo nel 1970 fu promulgata la legge che permetteva il divorzio, ma rischiò di aver vita breve, perché il 12 e 13 maggio del 1974 ci fu un referendum che chiedeva ai cittadini se abrogarla oppure no. Fortunatamente il 58% per cento degli italiani votò per conservare questo diritto e attualmente più di un milione e mezzo di persone ne beneficiano.
L’avvocato fasanese Vincenzo Saponaro, che da anni si occupa di pratiche di divorzio, è convinto della bontà di questo provvedimento. “La legge sul divorzio del 1970 è considerata tutt’ora una delle più grandi conquiste civili di tutti i tempi, tant’è che si è passati dall’intendere il divorzio in maniera demolitoria a vederlo in maniera più costruttiva. Adesso lo si considera quasi come parte del percorso di vita di una persona e la persona divorziata non è più vista come qualcuna da mettere ai margini della società, come accadeva cinquant’anni fa.I benefici di quella norma sono stati diversi, per esempio ha permesso di regolamentare dal punto di vista legale situazioni familiari e patrimoniali e questo può, in molti casi, far recuperare nel tempo un rapporto genitoriale importante, in modo che i figli vedano i genitori non come nemici, ma come due persone che semplicemente hanno deciso di dividersi perché la loro vita affettiva è terminata. Spesso si creano delle famiglie allargate, ma quando il procedimento di divorzio si produce in un contesto di serenità il risultato non può che essere positivo per tutti.Diverso è, invece, nei casi di separazioni/divorzi conflittuali, in cui la difficoltà maggiore consiste nel trovare una soluzione per la gestione del rapporto con i figli che, ovviamente, subiscono le conseguenze negative di tali conflitti.In ogni modo l’evoluzione legislativa degli ultimi anni sta portando ad un’abbreviazione dei processi burocratici e giudiziari, in alcuni casi la legge prevede che si possa divorziare direttamente negli uffici comunali ed è giusto che sia così.”
Cinquant’anni fa è stato fatto un passo in avanti verso una società più civile ed è doveroso ricordarlo affinché si continui lungo questa strada.